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sull'icona del file pdf potrete scaricare l'articolo del 2021/01/06
di "torino.repubblica.it" che tratta dell'insolito furto del motore.
parzialmente tratto da wikipedia:
Delle vetture costruite sopravvisse solo un telaio, che
nei primi anni 2000 fu rilevato dal magnate e collezionista inglese Duncan
Pittaway, direttore della Findlay Collection di Bristol. Costui successivamente
riuscì, in circostanze non chiare, a ottenere l'unico motore S76
preservato in condizioni di funzionamento, custodito alla Collezione Antonio
Capetti del Politecnico di Torino: l'unità motrice gli fu concessa
in prestito, ufficialmente per motivi di ricerca; all'ente proprietario
fu tuttavia restituita un'imitazione non funzionante, di cui tuttavia non
ci si accorse fino al 2016. (Il restauro viene descritto nel filmato dal
proprietario Duncan Pittaway)
Era equipaggiata con un motore di 28.353
cc di cilindrata da 290 cavalli, dal quale venne poi derivata la versione
S76A, destinata all'uso aeronautico, che fu montato su dirigibili Forlanini
tra il 1912 e 1913. Rispetto all'unità motrice originaria, la versione
A aveva 3 valvole anziché 4 e 3 candele anziché 2; inoltre
il monoblocco aveva nella stessa fusione i prolungamenti verticali per
il controllo dei comandi di acceleratore e magnete.
Motore anteriore tipo S76, monoblocco testa integrale
(testa fissa) 4 cilindri in linea da 28.353 cc di cilindrata per 290 CV
a 1.400 rpm, alesaggio 190mm corsa 250mm, albero a camme in testa con bilanceri,
4 valvole per cilindro (il motore per Dirigibile S76A ne aveva 3, due di
scarico ed una di aspirazione), l'avviamento con bobina separata e vibratore,
accensione con magnete ad alta tensione BOSCH DR4/4 e 2 candele per cilindro
(3candele per cilindro le aveva il motore prodotto per Dirigibile S76A),
raffreddamento ad acqua, trasmissione con catena, sospensioni ad assale
rigido con balestre anteriore e posteriore (posteriore puntoni longitudinali),
cambio a 4 rapporti più retromarcia. Il disegno del radiatore di
questo prototipo da record fu riutilizzato dalla FIAT per i modelli successivi
stradali.
Nel 1911, pilotata da Pietro Bordino sul circuito di
Brooklands e sulla spiaggia di Saltburn, toccò i 200 km/h. Nel 1912
il pilota francese Arthur Duray sul rettilineo di Ostenda raggiunse i 225
km/h, ma il record, per irregolarità della registrazione, non fu
ufficializzato.